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Claudio Carli

La casa dove...Un tributo alla teologa, giornalista e scrittrice italiana Adriana Zarri, con la quale Carli ha collaborato negli anni Novanta. In mostra delle casette, un incrocio tra lanterne magiche e case di bambola, le cui pareti sono costellate di disegni di insalate, come forme plastiche reiterate.

Da martedì 9 agosto, nel borgo di Torgiano, nella sede espositiva di Palazzo Malizia si terrà una mostra dell’artista assisano Claudio Carli. La mostra, voluta dall’Associazione Strada dei Vini del Cantico, durante il periodo dell'Agosto Torgianese, è un tributo alla teologa, giornalista e scrittrice italiana Adriana Zarri con la quale Claudio Carli ha collaborato negli anni novanta, realizzando un grande dipinto murale per ornare la piccola chiesa costruita all’interno della casa canavese dove la teologa passò gran parte della sua vita.
Nella lunga lettera che la Zarri ha scritto a Carli, parlando dell’opera che aveva realizzato per lei, osserva: “…quello che tu hai dipinto è insieme il Giardino dell’Eden e il giardino finale.” Zarri, sempre nella stessa lettera scrive: “…potando gli alberi e coltivando l’orto ho sempre avuto la sensazione di coltivare il mitico giardino”.

Carli medita sulle parole della scrittrice, si confronta con il tema della natura e tenta un approccio diverso, rappresentando la verdura come soggetto estetico. Carli viene da Assisi, e va rilevato come uno degli insegnamenti più potenti del Cantico delle Creature di San Francesco consista nella sostanziale dignità di ogni singola cosa che con il suo stesso esistere dichiara la sua necessità. Il santo avrebbe amato le insalate dipinte da Carli, trovando altrettanto logico la sua costruzione di una serra come una piccola chiesa, una dimora fatta ad arte per contenere quelle forme plastiche parimenti commestibili e sacre. Ecco però apparire delle casette, un incrocio tra lanterne magiche e case di bambola le cui pareti sono costellate di disegni di insalate, come forme plastiche reiterate, costellazioni di figure che conferiscono anche all'insalata come agli alberi e ai fiori una loro dignità estetica portatrice di un messaggio profondo, il segno di un’apertura dove il nuovo è proprio quello che abbiamo sotto gli occhi magari senza vederlo, o vedendolo di nuovo e meglio, come la casa che non è solo un abitazione ma il luogo in cui vivere. La luce che occorre alla serra è la stessa che anima le lanterne magiche tenendole sospese ed è proprio la magia della luce che fa crescere l’insalata vera e anima le figure insalata, diventate a loro volta icone: raffigurazioni di santi vegetali. Ma la casa, la casa dov’è? si chiederebbe l’artista. Cantando la risposta: dove posso essere in pace, in pace con te. Jovanotti di certo è credente ma per chiunque non lo fosse rimarrebbe comunque la pace.
Data: 9 Agosto 2011
Fonte: www.undo.net
Paolo Nardon
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