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Vitellone bianco dell'Appennino Centrale IGP

Questa denominazione indica tre razze di bovini che per similitudine evolutiva e omogeneità delle zone di allevamento si considerano affini: sono la Chianina, la Marchigiana e la Romagnola. Le tre razze si assomigliano sia per caratteristiche morfologiche, sia nelle prestazioni produttive, in particolare nella precocità, nelle caratteristiche di accrescimento e nella resa al macello. A renderle note è soprattutto l'eccellente qualità delle loro carni, succulente e nutrienti, di grana fine, caratterizzate da un colore rosso vivo, di consistenza soda ed elastica al tempo stesso. Il prodotto è ottimo cucinato alla griglia o in padella, al forno o allo spiedo, ma anche come spezzatino o bollito. La carne risulta ricca di sapore e con un relativamente basso contenuto di colesterolo.

Chianina, Marchigiana e Romagnola hanno una storia agricola comune che ha avuto il suo apice all'epoca della mezzadria. Si sono formate nella tipica azienda mezzadrile collinare dell'Italia centrale, dove venivano utilizzate principalmente per il lavoro nei campi, data la loro naturale robustezza (è il bovino più grande del mondo). Solo dalla metà dell'800 sono state impiegate come razze da carne. Per tutte queste affinità si è giunti nei secoli a considerarle come un unico tipo animale, Vitellone Bianco dell'Appennino centrale.
E' il sistema di allevamento tradizionale a garantire la qualità e la tipicità della sua carne. Non si tratta di allevamenti in serie ma di piccole aziende dove il bovino è ancora oggi parte integrante delle risorse aziendali.

Tipo di prodotto
Carne bovina fresca ottenuta da animali delle razze chianina, marchigiana, romagnola, di età compresa tra i 12 ed i 24 mesi. Il bestiame deve risultare nato da allevamenti in selezione e regolarmente iscritto alla nascita nel Registro Genealogico del Giovane Bestiame.
Dalla nascita allo svezzamento, è consentito l’uso dei seguenti sistemi d’allevamento: pascolo, stabulazione libera, stabulazione fissa; in seguito, sono consentite solo la stabulazione libera e la posta fissa.
Sono inoltre controllate l’alimentazione (negli ultimi mesi è vietato l’uso degli insilati) e la macellazione (che deve avvenire, secondo norme definite, in macelli idonei nella zona di produzione).
La carne di vitellone bianco dell’Appennino centrale deve essere immessa al consumo provvista di particolare contrassegno a garanzia dell’origine e dell’identificazione del prodotto; il logo deve essere impresso sulla superficie della carcassa, in corrispondenza alla faccia esterna di 18 tagli.

Zona geografica di produzione
È rappresentata dal territorio delle province collocate lungo la dorsale appenninica dell’Italia centrale. Più precisamente, la zona di produzione della carne di vitellone bianco dell’Appennino centrale comprende i territori delle seguenti province: Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, Pesaro, Ancona, Macerata, Ascoli Piceno, Teramo, Pescara, Chieti, L’Aquila, Campobasso, Isernia, Benevento, Avellino, Frosinone, Rieti, Viterbo, Terni, Perugia, Grosseto, Siena, Arezzo, Firenze, Prato, Livorno, Pisa.

La commercializzazione di questa carne è consentita solo nei punti vendita riconosciuti dal Consorzio di Tutela del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale, un consorzio di produttori molto attento al consumatore e che da tempo fornisce indicazioni in merito alla rintracciabilità dei bovini, dalla nascita alla macellazione. Secondo questo disciplinare, la carne di Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale deve presentare il contrassegno a garanzia dell’origine del prodotto, il tipo genetico (Chianina, Marchigiana, Romagnola) e l’indicazione IGP.

www.vitellonebianco.it

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